In memoria di Ada Sacchi, Socio Emerito dell’Associazione di Biologia Cellulare e del Differenziamento dal 2012.
Ada è stata Primario del Laboratorio di Oncogenesi Molecolare e Capo Dipartimento del Centro di Ricerca Sperimentale dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma.
Nel corso della sua carriera ha svolto un’intensa attività di ricerca nel campo della biologia cellulare e molecolare, concentrandosi sui meccanismi di regolazione della proliferazione e della sopravvivenza cellulare nella fisiologia e nella progressione tumorale. In particolare, i suoi studi hanno riguardato i geni della famiglia p53 e il loro ruolo nella genesi e nella terapia dei tumori.
Autrice di oltre 160 pubblicazioni scientifiche peer-reviewed su riviste internazionali, ha fornito contributi rilevanti all’avanzamento della ricerca oncologica. Accanto all’attività scientifica, ha svolto un ruolo centrale nella formazione di giovani ricercatori, contribuendo in modo significativo allo sviluppo della comunità scientifica.
Per ricordarla, abbiamo raccolto una testimonianza della Professoressa Rita Falcioni (IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Roma), che è stata allieva e poi collega di Ada:
“Voglio raccontarvi chi è stata Ada e che cosa ha significato lavorare con lei in laboratorio.
Ciascuno di noi è stato scelto da lei, ma ciascuno di noi ha scelto lei.
È stata una donna generosa, lungimirante e una grande guerriera.
A ciascuno di noi ha offerto grandissime opportunità, ha spinto ognuno di noi a frequentare laboratori all’estero, laboratori da lei scelti con sapienza, stabilendo collaborazioni di altissimo livello. Questo ci ha dato la possibilità di imparare e tornare in Italia con un bagaglio culturale arricchito che ci ha permesso di crescere e far crescere con noi la qualità della nostra ricerca. Negli anni novanta, quando divenne primario, nel suo laboratorio eravamo 11 gruppi di ricerca indipendenti. Nei nostri corridoi si discuteva di scienza continuamente, discutevano insieme a lei e tra di noi i nostri risultati e da queste discussioni nascevano tante idee, il clima che aveva creato era di grande fermento. Questo accadeva in anni nei quali essere un capo laboratorio donna non era facile e non era affatto scontato quello che Ada è riuscita a fare. Si è battuta per affermare la qualità e l’efficacia della ricerca dell’Istituto Regina Elena e di noi tutti.
Ma non posso raccontare chi era Ada senza parlare della sua grande umanità. Ci è stata vicino nei momenti di grande fragilità che alcuni di noi hanno dovuto affrontare. Lo ha fatto sempre con estrema discrezione, ma tanta sapienza e sensibilità, ci è stata di grande aiuto.
Era una donna vicina alle persone fragili che ha sempre protetto con la riservatezza che la distingueva al punto che soltanto un occhio molto attento poteva vagamente intuire che cosa stesse accadendo.
È stata una vera maestra di vita.”










